Near the school, Pinocchio found two bad men. Pinocchio was amazed and only thought how Geppetto would be happy when he gave him the coins. He joined them and danced so well that the puppet owner offered him five gold coins. On the way, Pinocchio noticed that there was a marionette show in the square. But he warned him: “As soon as school is finished, Pinocchio will come home.” Pinocchio said yes and happily walked towards the school. Geppetto helped Pinocchio dress, gave him some books, kissed him on the cheek, and sent him to school to learn to read and write. Geppetto shouted with joy and, with the laughter of happiness, said: “Be Welcome! I’ll call you Pinocchio. Suddenly it happened! The little wooden boy came to life! When he finished, Geppetto sighed: “I wish this wooden boy were real and could live here with me …”. One day, Geppetto made a little boy of wood. He lived alone, and his dream was to have a son with whom to share all his love and affection. Once upon a time, there was a man named Geppetto who made beautiful wooden dolls. e poi la beverò!.(sleeping beauty short story – pinocchio story – geppetto pinocchio ) Voglio prima un'altra pallina di zucchero. – Come fai a dirlo, se non l'hai nemmeno assaggiata? – Me lo figuro! L'ho sentita all'odore. Pinocchio prese di mala voglia il bicchiere in mano e vi ficcò dentro la punta del naso: poi se l'accostò alla bocca: poi tornò a ficcarci la punta del naso: finalmente disse: – È troppo amara! troppo amara! Io non la posso bere. – Ora mantieni la promessa e bevi queste poche gocciole d'acqua, che ti renderanno la salute. La Fata gli dette la pallina, e Pinocchio, dopo averla sgranocchiata e ingoiata in un attimo, disse leccandosi i labbri: – Bella cosa se anche lo zucchero fosse una medicina!. – Prima voglio la pallina di zucchero, e poi beverò quell'acquaccia amara. – Dov'è la pallina di zucchero? – Eccola qui – disse la Fata, tirandola fuori da una zuccheriera d'oro. – Bevila: e quando l'avrai bevuta, ti darò una pallina di zucchero, per rifarti la bocca. “È dolce o amara? – È amara, ma ti farà bene. Caso poi fossero tanto delicati da non voler scappare, allora scapparei io, e così la farei finita.” Se ne vadano per i fatti loro, e zitti!” A questa parlantina fatta sul serio, quei poveri assassini, mi par di vederli, scapperebbero via come il vento. Andrei loro sul viso gridando: “Signori Assassini, cosa vogliono da me? Si rammentino che con me non si scherza. E poi anche se li trovassi qui sulla strada, mi darebbero forse soggezione? Neanche per sogno. Per me gli assassini sono stati inventati apposta dai babbi, per far paura ai ragazzi che vogliono andare fuori la notte. Ecco qui: perché io non ho voluto dar retta a quell’uggioso di Grillo, chi lo sa quante disgrazie, secondo lui, mi dovrebbero accadere! Dovrei incontrare anche gli assassini! Meno male che agli assassini io non ci credo, né ci ho creduto mai. A lasciarli dire, tutti si metterebbero in capo di essere i nostri babbi e i nostri maestri: tutti anche i Grilli-parlanti. “Davvero - disse fra se il burattino rimettendosi in viaggio – come siamo disgraziati noialtri ragazzi! Tutti ci sgridano, tutti ci ammoniscono, tutti ci danno dei consigli.
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